Già da alcuni mesi i tribunali stanno trattando i casi legati al tema dell’affitto commerciale e le situazioni in cui il conduttore ha avuto ripercussioni economiche negative a causa delle misure cautelari imposte a contrasto del Covid-19.
In merito ad un contenzioso sorto tra il titolare di un’attività di ristorazione e il proprietario dell’immobile ad esempio, già ad Agosto, il Tribunale di Roma aveva stabilito che il ristoratore avesse diritto alla riduzione del canone di affitto e alla sospensione della fideiussione versata a garanzia.
Questo perché il proprietario non aveva rinegoziato le condizioni contrattuali, contravvenendo alla clausola generale di correttezza e buona fede. Quando si verificano circostanze eccezionali ed imprevedibili, e la pandemia lo è senza dubbio, deve poter essere concessa una riduzione del canone. La riduzione imposta è diventata una certezza in tutto il territorio nazionale che avrà effetto fino a marzo 2021.
All’alba delle misure restrittive imposte dal decreto in vigore dal 6 novembre, a bar e ristoranti, come la chiusura anticipata alle 18 per il servizio al tavolo, e la concessione del solo asporto, tanti esercenti anche in Emilia Romagna, si trovano in serie difficoltà economiche.
A riguardo, il decreto Ristoro approntato dal Governo, ha stabilito aiuti diretti ai ristoratori, maggiori rispetto a quelli stanziati con il Decreto Rilancio. Nello specifico, i contributi già versati verranno aumentati del 200%, ed erogati con bonifico dall’Agenzia delle Entrate entro il 15 novembre. È stato esteso l’esonero del pagamento del saldo 2020 dell’IMU, che aveva scadenza il 16 dicembre, ma questa misura si applica solo se i gestori delle attività sono proprietari dell’immobile. È stato esteso il credito di imposta, al 60%, per le locazioni commerciali per i mesi di ottobre, novembre e dicembre, ma anche in questo caso, il bonus affitti può essere richiesto solo dai proprietari.
I singoli Comuni infine, stanno implementando misure aggiuntive con sconti o l’azzeramento del pagamento delle imposte locali, come la tassa sui rifiuti; oppure concedendo l’utilizzo gratuito del suolo pubblico per aumentare gli spazi a disposizione all’aperto, a fronte della riduzione obbligata, dei posti in sala.
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